Part-time Agevolato

Il nuovo part-time agevolato è un interessante strumento messo in campo dal Governo per facilitare l’uscita dei lavoratori vicino al pensionamento e nel contempo liberare risorse per una nuova assunzione nell’ottica dell’avvicendamento dei lavoratori.

La misura interessa quei lavoratori full-time del settore privato iscritti all’INPS che entro il 31/12/2018 maturano il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia (66 anni e 7 mesi d’età, un anno di meno per le donne nel 2016 e 2017) e che siano già in possesso dell’anzianità contributiva minima (20 anni).

Tramite un accordo tra lavoratore e azienda si può concordare una riduzione di orario tra il 40 e il 60% ma senza perdita di contribuzione ai fini pensionistici e senza che la retribuzione venga ridotta della stessa percentuale della riduzione di orario grazie a un doppio incentivo:

  1. il lavoratore ha diritto ad avere dal datore di lavoro una somma pari ai contributi che sarebbero stati dovuti all’INPS sulla retribuzione persa in virtù della riduzione di orario (le aliquote si aggirano intorno al 30%). Tale somma è totalmente esente da contribuzione e imposte;
  2. il lavoratore non subirà riduzioni sulla prestazione pensionistica in quanto la contribuzione non versata a causa della riduzione di orario verrà coperta da contribuzione figurativa a carico dello Stato.

L’azienda quindi risparmierà solo la retribuzione lorda non corrisposta al lavoratore in virtù della riduzione di orario, in quanto i contributi non versati dal datore di lavoro spettano al lavoratore per sopperire la perdita di retribuzione.

Con le risorse risparmiate il datore di lavoro potrà assumere con i tanti incentivi messi a disposizione (esonero biennale, apprendistato, ecc) una nuova risorsa che prenda il posto del lavoratore vicino al pensionamento.

Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha verificato la convenienza per i lavoratori del nuovo strumento effettuando 3 simulazioni:

  1. per un lavoratore con uno stipendio netto di 1.500 euro al mese e una riduzione di orario del 50% la riduzione di retribuzione calcolata è del 20%. La sua busta paga scende a 1.201 euro;
  2. per un lavoratore con uno stipendio netto di 2.000 euro al mese e una riduzione di orario del 40% la perdita di retribuzione calcolata è appena del 5%. Il suo nuovo netto sarà di 1.911 euro;
  3. per un lavoratore con 2.500 euro netti al mese e riduzione di orario del 60% la contrazione della retribuzione calcolata è del 19,5%. Il suo netto scenderà a 2.011 euro.

Ovviamente questi calcoli sono effettuati su casi-tipo e sarà da verificare l’effettiva riduzione della retribuzione caso per caso però permette di avere un quadro sulla convenienza dell’istituto, che tra l’altro risulta essere più conveniente sulle retribuzioni alte in virtù dell’abbattimento delle base imponibile IRPEF e del contributo esentasse.

Per accedere al part-time agevolato, il lavoratore deve richiedere all’INPS una certificazione che attesta il possesso dei requisiti di pensionamento entro il 31/12/2018. L’azienda e il lavoratore firmano un apposito contratto da inoltrare alla DTL per l’autorizzazione.

Non trattandosi di una misura strutturale ma sperimentale l’agevolazione spetta nei limiti delle risorse messe a disposizione: 60 milioni di euro per l’anno 2016, 120 milioni di euro per l’anno 2017 e 60 milioni di euro per l’anno 2018.

Dr Alessandro Raimondi
Consulente del Lavoro



Lascia un commento